Luciano
papucci

CRITICA
Abbiamo assistito ad una vera e propria ricerca connessa al dato cromatico che ha avuto risultati da attrarre ulteriormente i collezionisti, come coloro che comunemente sono denominati addetti ai lavori, è il risultato di un percorso il quale, crescendo nel ritmo delle stagioni, Papucci ha trovato sulla scia della felicità anche gli steccati del dolore, dell’imprevisto, dell’inquieto (…)
Ludovico Gierut
Nel suo “excursus espressivo” Luciano Papucci ha utilizzato sperimentazioni e ricerche, talvolta ricorrendo all’uso di varie tecniche operative, dall’acquarello all’olio, all’acrilico, sempre spinto da un istintivo fremito vitale. Nell’ultima produzione di Papucci è ancora più evidente il bisogno di esprimere immagini non tanto del vero veduto, quanto del vero immaginato, in aderenza aperta con i dettati dell’arte moderna, riuscendo a trasfondere la propria personalità, non alterata da un programma tradizionalista, ma orientata verso un’originale intuizione soggettiva.
Africano Paffi
Ho l’impressione che la nuova pittura di Luciano sia molto più matura, nel senso di aver trovato attraverso i gesti e i nuovi e possenti colori una dimensione psichica che lo fa essere in equilibrio col mondo circostante. In fondo la prima ricerca del pittore è nella spiritualità, il suo è un modo per onorare e conoscere ciò che c’è al di là dell’umana competenza e delle umane convinzioni. La pittura terrena, quindi, diventa una pittura d’animo, una pittura di getto, di pura azione mentale che riporta con meticolosa vibrazione sui dipinti. I colori diventano allora accesi, i rossi, gli arancio e i gialli sono ciò che l’artista cerca dentro di sé e ciò che dipinge perché sono l’interiorità e l’esplicazione dei pensieri altri. Luciano osa oggi con cose che fino a qualche anno fa non aveva il coraggio di provare, si spinge con materiali, sperimenta modalità e tecniche, impasta pigmento e dinamica; forza e vigore compositivo sono alla base delle opere dell’ultimo periodo con cui l’artista pone ogni cosa al posto giusto.
Le ultime opere di Luciano non manifestano ciò che è percepibile in natura, ma qualcosa che va oltre, che viene alla coscienza profonda e contemplativa che non potrebbe essere mostrato in altri modi. La conclusione a cui oggi Luciano è approdato trae quindi la sua origine dalle sensazioni, dall’invisibile, da ciò che è inesprimibile, L‘opera si pone come manifestazione degli archetipi più reconditi dell’uomo aspirando a recuperare un linguaggio universale attraverso il quale ognuno di noi può comunicare all’interno di una realtà ultraterrena.
Loredana Spadolini

Luciano Papucci, Il nucleo, 90x70